Il colore dell’orgasmo

Finita la mia giornata di lavoro. Avrei avuto la tentazione di andare a fare un tuffo in piscina per darmi una svegliata e poi dormire su una delle sdraio, a farmi pungere da tremila zanzare. Invece sono tornata al mio loculo/alloggio, ho rivisto la mia giornata, ho pensato alla telefonata di una amica che mi diceva del suo uomo che si eccita guardando le televendite (“oh mamma, ora che gli ha preso ‘sta fantasia, come faccio a fargli quella che fa la televenditrice di pentole…”). E me lo diceva per tirarmi su il morale perché lei sapeva che uno degli argomenti che mi preme approfondire è fatto dei mille e uno modi in cui le persone si eccitano.

Ogni tanto ho ripensato alla discussione su questo blog e poi su facebook, ripresa dalle mie amiche che mi hanno spiegato in privato un paio di cose della rete che non conoscevo. Tipo che non puoi arrivare, aprire un blog e raccontare le cose tue perché ci sono i feudi, i recinti, con tanto di popolazioni locali che nominano sceriffi, vicesceriffi, dame di corte e re e regine, e tutto il reame è una sorta di luogo in cui non puoi prenderti un pezzo e farlo tuo ma devi pagare pegno o sarai processata in pubblica piazza.

Cose che non sapevo, giuro, pensavo che la cosa più rischiosa che potessi fare scrivendo su questo blog fosse quella di farmi beccare dai miei datori di lavoro di cui sicuramente non posso sperare di parlare impunemente. Ma degli altri blogger proprio non avevo tenuto conto, delle blogger poi men che meno. Me le riconoscevo come sorelle, e ci sono in tante vicine a me, che mi coccolano e mi fanno sentire meno sola. Una delle cose belle che la rete ti permette è quella di costruire assieme ad altre dinamiche tutte umane che evidentemente o per fortuna la rete non può evitarti.

Insomma, alla fine, uomo con televendite a parte, la giornata di ieri  è iniziata male ed è finita così così. C’hanno provato in tanti e tante a risollevarmi l’umore e giuro che mentre lavoravo non pensavo assolutamente a nulla. Ma un po’ ti passa il gusto di fare le cose quando vedi che le precarie si fanno la guerra e che immaginano perfino di trovarti lì con la spada sguainata, come se cercassero la rissa che tu non gli concedi perché di fare risse non c’hai voglia e tirare su quelli che in rete chiamano i “flame”, questi raduni da ora del Thè sul web, ne hai pure meno.

Poi c’è questo paradosso di sentirsi il centro del mondo mentre io sono qui a dire che sono la periferia della periferia, consapevole di essere tale e alla ricerca di contatti con altre periferie perché di andare in centro umanità non c’ho voglia. I vipZ io li ho dovuti gestire solo per lavoro e proprio non mi aspettavo che dal web arrivasse un “tu non sai chi sono io”.

Io che nel web grande cerco i contenuti che mi piacciono. Roba di movimento soprattutto. Militanza. Attivismo. Cose di rivolta, rivoluzione, belle speranze e politica a pranzo, cena e colazione. Altri mondi, altre vicende, altre facce, modi dire, di pensare.

Un limite, di sicuro, ma il tempo è quello che è e se non si ha il tempo di fare un inventario di quello che esiste dappertutto o se non lo fai per mestiere è un po’ complicato tenere aggiornato il bollettino delle cose che succedono nel mondo. Ciascuno ha le sue priorità.

Insomma va così, che ho scoperto che tra le tante cose precarie, forse quella più precaria di tutte è aprire un blog e allora il mio blog dovrebbe chiamarsi blog precario (che già esisterà pure quello, di sicuro), perché oggi c’è e domani chissà. Perché oggi posso riempirlo di cose mie e domani non lo so perché non so neppure come starò messa domani e non lo sanno neppure le tantissime persone che leggono e mi accompagnano in un viaggio che è pure il loro, perché è così simile.

Quante cose iniziate e non finite. Relazioni non approfondite, intimità interrotte, per via di quella cosa che è più che una precarietà professionale, perché ti predispone alla precarietà universale.

Gente come me, come noi, ha pure l’orgasmo precario, singhiozzante, una specie di woof che si annuncia e poi è pronto a ritrarsi perché si fa tutto velocemente e se ti prendi il tempo di fare le cose per bene, per restituire qualità alla tua vita qualcuno ti dirà che quella qualità si chiama fannullonaggine, fancazzismo, pigrizia. “Ai miei tempi, si lavorava dalla mattina alla sera…”

Eh si, invece ai miei di tempi lavoro pure la notte. E sai che c’è? Che tutti questi che c’erano prima, in generale, mi hanno un po’ sfrantumato le ovaie, periferiche pure quelle, perché io di averci l’ovaia protagonista non c’ho voglia, e lo sfrantunamento dell’ovaia, quando te ne rendi conto, diventa perfino una cosa salutare, perché sfrantumando sfrantumando ti si chiarisce il senso della vita e ti si chiarisce anche la direzione verso cui vuoi andare.

Per me è una conferma. Io sono così, una Malafemmina, una scostumata, una precaria che gode e fatica, fatica e gode, e solo a chiacchierare di queste cose pare che le donne non possano perché qualcuno viene a dirti che ce l’ha solo qualcuna mentre tu, quella con gli orgasmi che fanno woof interrotti, non dovresti avercela o se ce l’hai non ne devi parlare o se ne parli invece di chiamarlo orgasmo lo chiamo, che so, Robertino o Giuliana. Mi sa Giuliana, che fa tanto più figo.

E lo so che questo è un post criptico, un criptico/post, ma stamane mi sento così, abbastanza criptica e precaria, in attesa di sapere se questo blog può continuare ad esistere oppure no, se dovrò ribattezzarmi, se dovrò cambiare per non cambiare, tanto per essere gattopardesca, o se dovrò annullarmi e rendermi meno visibile perché se non sei piazzata su una roccia a fare il camaleonte, a mischiarti tra le tante e i tanti, in una mimesi sociale che ti rende indenne alle critiche, invece di fare la scostumata e di denudarti in pubblico come faccio io quasi ogni giorno, denudarmi per davvero, mica solo all’apparenza, a fare attenzione a non far vedere che la tua testa è rossa, perché tutte le altre ce l’hanno rosè e la tua testaccia rossa spicca e non va bene.

Ci vuole uniformità, per sopravvivere, omologazione, pensiero unico, dove l’unica cosa un po’ originale che devi trovarti è un nome, come dire che faccio male a chiamarmi come mi chiamo perché ci sono altre mille persone che sono state battezzate come me.

Siamo tutte persone uniche, originali, come i bambini che vedo quasi ogni mattina al miniclub, che sono uno diverso dall’altro e che nella loro unicità poi sono abbastanza simili perché fanno parte di una grande cosa che si chiama umanità e che è divisa perché gli uomini e le donne hanno creato divisioni di razza, ceto, classe, sesso, le élite e le proletarie, e senza dubbio io faccio parte delle seconde, e questo blog vuole riconoscersi nella seconda categoria.

Perciò oltre ad essere un blog scostumato, precario è pure un blog proletario, così cominciamo, se non fosse già sufficiente, a delineare mille altre differenze. E poi, differenza per differenza, coloritura per coloritura, sapete che c’è? Che a me di fare il puntino rosé per non offendere e non disturbare proprio non va, allora vado in farmacia, prendo un rosso fuoco per i capelli, naturale, di quello che gli togli l’ammoniaca che fa male al cuoio capelluto, e incoraggio il rosso che sta sulla mia testa. Lo rendo più brillante e me lo faccio amico, questo rosso, perché di fare amicizia con il rosso è sempre tempo e perché questo, alla fine, è un post sconclusionato che non so da dove inizia e non so da dove finisce.

Però lo dedico a me stessa, perché il blog è mio, fatto per me e per tutte le persone che mi vogliono bene, che non credevo fossero così tante, e che quel rosso lo hanno visto tanto prima di quanto non lo abbia visto io e dunque eccovelo, il rosso, tutto intero, senza timidezze, senza esitazioni. Eccolo il rosso ed eccovi un orgasmo vero, che non sia woof/interrotto ma che sia un boato, un terremoto che è già una rivoluzione.

Che rivoluzione sia!

Buona giornata!


16 responses to “Il colore dell’orgasmo

  • lafra

    Se non posso godere non è la mia rivoluzione!!!
    Che poi, secondo me, è quello che intendeva davvero Emma.
    Buona giornata! oggi siamo tutte un po più rosse e malafemmine 🙂

  • Odette

    Quant’è vera la cosa che hai scritto sull’orgasmo a intermittenza!

  • Ena

    Non ho letto tutto il flame perchè mi son rotta prima ma… eccheccazzo!
    Mettiamolo nell’album delle figurine dell’assurdo della vita quotidiana e proviamo a riderci sopra.

  • titti

    Secondo me una riflessione sul web sociale che amplia lo spazio di esercizio della microfisica del potere andrebbe fatta. Dopo il disciplinamento del corpo uno si deve pure subire il disciplinamento del blog! Quello che più inquieta però sono le modalità e le ragioni di questo episodio che trovo molto diverso dall’insulto dei troll, i maschilisti, gli stalker. Qua siamo di fronte a un fenomeno più sottile e più “perbene”. E’ l’effetto dell’introiettamento di “un’etica reputazionale” che ci stiamo autoinfliggendo senza accorgercene. Il fatto che i blog abbiano nomi simili è sentito come lesivo per chi possiede di più di questo “capitale reputazionale”, per anzianità e, di conseguenza, per diritto di prelazione sul tema e sul marchio (sigh!), forse per altre ragioni. E chi ha più capitale reputazionale manda scagnozzi a intimidire chi ne ha meno. Oppure no. Gli scagnozzi si attivano da soli perché il capitale reputazionale è subdolo e ti fa fare quello che vuole senza ordinartelo.
    Ma questa non è l’etica neoliberista applicata ai blog?

  • Feminoska

    Ti leggo spesso, non commento mai.
    Oggi però ci va: ma è causa della vita di merda precaria che fai certe stronzate ti turbano così tanto? Cambiare nome? Non scrivere più? E perchè, perchè c’è gente che non ha di meglio da fare che andare a smarronare altri esseri umani – peraltro nascosti dall’anonimato della rete, senza metterci la faccia?
    Malafemmina – come è già stato fatto notare da molte persone – è un nome del quale chiunque si può appropriare, del sud o del nord, fa ormai parte del bagaglio culturale che ci portiamo appresso.
    Se posso darti un consiglio, la prossima volta ascoltati di più, e dedica il tuo tempo alla piscina…corpo e psiche ne trarrano sicuramente più giovamento!
    Un abbraccio

  • Malafemmina

    @grazie a tutti/e :)*

    @Titti, l’hai detto nel modo migliore. prima o poi ripubblico il tuo commento perché mi sembra perfetto!

  • Cornelia

    Ripeto: non permettere a nessuno di tapparti la bocca, perdio; ci manca solo che gente del cavolo pretenda di rubarci o toglierci spazio e liberta’ che a fatica ci conquistiamo su web.
    Anzi, sai che c’e’?
    Ti faccio questa grande confessione: leggendoti sto trovando la forza di aprirne anche uno mio, di blog.
    In verita’ l’idea ce l’ho da anni.
    Ma mi sono sempre detta: “naaaaa…tanto a chi interessa delle mie disgraziate esperienze lavorative?”
    E invece, no, a qualcuno interessa eccome.
    Quindi a questa pluralita’ di voci affianchero’ anche la mia, e-porca-puzzola!
    Spero solo che quandro accadra’, ovviamente, previo avviso da parte mia, tu voglia appoggiarmi e non solo; spero che l’appoggio venga da chi, come noi, fa fatica a tirare la cosiddetta carretta.
    E guai a chi mi accusera’ di plagio: la vita che raccontero’ sara’ la mia, sfido chiunque a dire il contrario.
    Percio’, forza – ripeto- forza!
    Tu me l’hai data, seppur inconsapevolmente, ora io voglio sperare di darla a te!
    Non pensare neppure di non scrivere piu’!
    Ps: sarei felice se mi rispondessi dicendomi cosa ne pensi…magari in futuro protrebbe nascere un movimento in difesa dei nostri diritti…chissa’!
    Cornelia

    • Malafemmina

      Ma io ne sarei felice 🙂
      Un’altra malafemmina in rete 🙂 saresti immediatamente tra i miei link tra le precarie come me e da lì parte la rete delle blogger precarie.
      Fallo, fallo subito.
      Io sono con te.
      un bacio.

  • Strega

    Grazie per essere tornata!

  • Malafemmina

    Amici e amiche mie, mi hanno scritto in privato che ci sono persone che insultano sul suo blog Dania a seguito della discussione che si è avuta dopo che i suoi fan mi hanno insultata e accusata di tutto e di più. Per quanto io non mi senta responsabile di nulla e per quanto mi abbiano esposta, tutti, al dileggio e agli insulti, io non sono come loro: vi invito, se tra voi c’è qualcuno/a che ha postato lì, a non farlo e a non insultarla. Grazie!

  • Dante

    Parlano di 21 Dicembre 2012….io credo che non arriveremo manco a quella data vivi! 😀

  • Cornelia

    Cara,
    grazie di aver risposto; ti terro’ informata.
    Aggiungerei un commento per chi insulta deliberatamente nei blog a destra e a manca: vi ha dato di volta il cervello…oppure non avete un cacchio da fare tutto il giorno!
    Non ho parole.
    Ma cosa prende a questa gente?
    Boh!
    Un abbraccio.

  • rossana

    🙂 brava, tu!

  • dididonna

    Io invece c’ho la Giuliana a ridarella, e rido anche quando sono stanca e mi fanno male le braccia e le anche dopo aver lavorato pesante.. Ciao, bel blog complimenti, ci sono arrivata tramite il blog di un amico che metteva un articolo che parlava del tuo blog!

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