Archivi del mese: novembre 2011

Matilda e la precarietà… in strisce

Matilda è il mio alter ego. Sono felice di poter condividere con voi la sua prima striscia precaria.

Dopo un colloquio di lavoro è esplosa la sua creatività.


Sono precaria e sono in movimento!

Eccomi qua, a scrivere per la prima volta in uno spazio a cui sono legata ormai da molto tempo, un posto in cui hanno trovato rifugio molte storie, molte vite narrate da voci che mi hanno fatto sorridere e riflettere, immalinconire ed incavolare. Perché le parole fanno questo, ti restituiscono la bellezza di esistere e quando questa bellezza puoi condividerla con altri, allora senti quasi di appartenere a qualcosa, riesci ad individuare una radice fra i frammenti esplosi della tua esistenza.

La mia radice, quello che mi lega al progetto Mala Femmina, ciò che mi identifica in questa fase della mia vita è il mio essere una precaria. Una fra tante. Una delle tante.

Sono precaria. Sono in continuo movimento. Compongo e scompongo le mie esperienze, i saperi, le competenze. Adatto attitudini e capacità a quello che mi viene chiesto, se mi viene chiesto, quando mi viene chiesto. Maneggio tutto con cura, come fossero pezzi di un puzzle in cui ideare incastri sempre nuovi.

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Due righe fuori curriculum

Antonella è andata in sindacato. Come sempre andarci “per intero” è difficile. E’ successo a tutte: chi vuole solo gli ultimi soldi (dovuti) per tirare il fiato fintanto che si cerca altro; chi vuole quello che le spetta. Compreso qualche chiarimento su un contratto che così corretto non era.

Molti di noi hanno le braccia che ormai strisciano per terra. Alcuni non ne possono più e allora raccolgono le briciole. Altri non ne possono più e proprio per questo vogliono tutto.

Ariaora racconta di un’amica a cui hanno proposto un contratto a progetto per tre mesi. Tre euro e ottantasei centesimi l’ora (lo scrivo tutto, in lettere, perchè vale la pena soffermarsi su ciascun segno grafico così da dargli il tempo di entrare nel nostro cervello, nella nostra rabbia).

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