Giornate convulse, mie nuove amiche a parte, si sente già odore di fine stagione. C’è meno gente. Tutto ha tempi diversi ma per noi nulla cambia. Soliti ritmi e solite cose. Solo, più tempo per pensare, se mai qui io abbia smesso di pensare.
Penso anche su facebook, assieme ad amici e amiche, dove tra una discussione su come fare a trovare casa o ad occuparla per restituirla a noi stessi e su come è possibile che, come dice una amica, “a 35 anni non posso ancora offrire una cena ai miei genitori”, dove comunque si torna ad abitare in conseguenza allo stato di precarietà che opprime più di una generazione, emerge tanta umanità che nonostante tutto resiste e trova il modo di darsi dignità, analizzando, politicizzando, cercando soluzioni, mettendo in comune risorse, per connettersi e fare rete e diventare una intelligenza collettiva che si sposta e produce cambiamento, quanto meno rispetto alla consapevolezza che ciascuno di noi assume via via che prende coscienza di quanto ci accade.
E la faccenda è ancora più grave di quello che pensavo perché in questi giorni la strana coppia, madre e figlia, me ne ha raccontate tante e alla fine la madre mi ha detto che inizierà a scrivere su un blog pure lei (preparatevi :D) perché a lei ho dovuto dirlo, dato che è troppo schietta, troppo intelligente e troppo precaria tanto se non più di me.
Perché il suo tempo sembra già essere scaduto, perché più di una volta, figlia a carico, è dovuta tornare dai genitori a battere cassa, e “non c’è niente di più umiliante” mi diceva, perché fosse stato per lei sarebbe andata a battere altrove, magari all’estero, ma con una figlia tutta la sete di avventure un po’ ti passa e lo capisco.
Come fai a stare sotto i ponti, stare in spazi precari, con una bambina che devi nutrire e fare restare in un luogo caldo e asciutto per proteggerla e non farla morire di qualche male? E nello stesso tempo come si fa a rinunciare ad esistere, a evitare compromessi, a non restare piegate, dipendenti, se una figlia entra nella tua vita?
Semplicemente non si fa, mi dice lei. Semplicemente si fanno cose diverse e si prova a restare a galla curandosi di parlarne con quella figlia, man mano che cresce, perché non cresca anche l’amarezza e la distanza, perché non cresca anche il rancore reciproco, perché quella precarietà diventi un collante invece che una linea di demarcazione, perché quella precarietà diventi occasione di solidarietà reciproca.
E mi ha parlato delle mille volte in cui non ha potuto comprare qualcosa a lei, quella figlia che vedo ora tanto spavalda e grintosa, quando non ha potuto offrirle qualche opportunità e poi mi ha parlato delle mille volte in cui ha pianto, urlato, si è arrabbiata con il mondo intero e in ogni caso mi ha detto che quella figlia lei l’aveva voluta e se l’era tenuta e che aveva provato a darle tutto ciò che poteva pur riconoscendo di essere stata una madre/figlia, un ruolo intercambiabile al momento, un po’ genitore e un po’ figlia dei genitori, un po’ adulta e un po’ adolescente che per forza di cose doveva delegare ai suoi genitori delle cose, un po’ forte e un po’ piccola, e io l’ho vista incredibilmente umana e non saprei davvero come spiegare ma guardandola negli occhi l’ho vista per tutti questi anni a non arrendersi, ad andare avanti e a sbagliare, riprovare, e sono stata un po’ più mite e tollerante rispetto a quanto mai posso essere nei confronti di genitori che fanno figli irresponsabilmente.
“E lui?” – le ho chiesto. E mi riferivo al padre.
“Lui niente. Si è volatilizzato. Non ha mai scucito un centesimo, non l’ha mai voluta vedere, nonostante lei l’abbia cercato.”
“Com’è possibile?”
“Oh, se è possibile… diceva di tenere a lei fino a che non ha smesso di perseguitarmi. Quando poi si è messo con un’altra è finito tutto l’interesse.”
“E tua figlia quanti anni aveva?”
“Uno e mezzo… ricorda quasi niente… incluso le botte che lui mi dava… ed è meglio così!”
Avevo davanti una sopravvissuta, di quelle che si sono trovate in vicende che io non so spiegarmi perché la mia vita è fatta di cose differenti e quando incontri una persona così rimetti in discussione tutto quanto e ti viene in mente che molte delle cose che dici o pensi sono basate sul niente o sulle nostre esperienze che comunque non sono mai complete se non si compongono di altre vite e altre storie.
Da lei ho comunque imparato una cosa: di sicuro continuare a prendere precauzioni, usare contraccettivi e prevenire qualunque gravidanza, perché un figlio è un figlio e non può essere l’elemento che mi piegherà alla dipendenza e al compromesso. Perché io non so se sarò mai così intelligente da decostruire quello che mi succede e reinventarmi un rapporto con mio figlio dopo che ci saremo detti tutta la verità.
Niente figli, niente di niente, niente vincoli, niente dipendenze, niente retoriche familiste, niente strutture sociali fallimentari che si basano sull’emergenza e il bisogno.
La donna che ho incontrato mi ha spesso ripetuto qual è la sua idea di famiglia: un compromesso, persone che si rinfacciano continuamente ciò che fanno l’uno per l’altra perché sono costrette a stare insieme per stato di necessità. Famiglia è un delirio, un’ipocrisia, tra persone che spesso neppure si stimano, che si odiano, perché sono capitate insieme e non si sono scelte come io vedo che invece si sono scelte questa madre e questa figlia rinnovando il proprio legame perché lo vogliono e non perché è dovuto.
Famiglia è opportunismo, cosa mi aspetto dall’altro e cosa l’altro mi deve. E’ invidia, è cattiveria, è spesso violenza. E non lo è in generale ma sicuramente lo è in gran parte. Perché se questi sono i presupposti che tengono assieme un gruppo di persone chiunque al posto loro si scannerebbe.
Stretti dal bisogno, dalla costrizione, forse anche dalla vigliaccheria o dalla fragilità, perché piuttosto che tentare nuove strade si sceglie quella più conosciuta e ovvia.
Come me, per esempio, che piuttosto che finire per strada sicuramente preferirei tornare dai miei, dove tornerò se le mie prospettive non cambiano, ben sapendo di non avere alcun rapporto con mia madre e di avere un padre con cui posso parlare nei suoi pochi momenti di lucidità. Ben sapendo di dover vincolare i miei ritmi ad un contesto in cui sarei fagocitata dalle loro ansie, dai loro egoismi, dalle necessità di cura che per cultura dovrei assumermi e che in realtà vorrei scegliere nei tempi e modi che preferisco tentando di conciliarli più che posso con i loro tempi e modi.
E’ complicato ma vale la pena chiedersi se le strutture sociali che ci compongono sono fatte per farci stare meglio o peggio, perché, mi chiedo, forse dovrebbe poter esistere qualcosa che somigli di più ad una somma di individui invece che a branchi di gente in cui tutti si scannano gli uni con gli altri.
Io, l’altro, l’altra. Siamo persone uniche, unicità e non dualità, clan, famiglia. Io e altri progettiamo insieme ma non dobbiamo per forza vivere insieme.
E non mi importa se, come dice la donna che ho incontrato, il welfare è fatto apposta per tenerci intrappolate in questo pantano perché se io passo la voce alla mia amica e poi all’amica dell’amica, e poi alle figlie e alle ragazze più giovani, noi possiamo in qualche modo rimettere in discussione tutto questo e possiamo mandare a quel paese ministri e progettisti delle nostre schiavitù, professionali e private, per inventarci altri ritmi e altre vite.
Lei, la donna adulta, mi dice che è contenta perché sua figlia non commetterà i suoi errori, perché ne ha fatto una donna consapevole. Io, consapevole, lo sono diventata senza una madre che mi insegnasse cosa succede nel mondo, tuttavia sento che la rivoluzione parte da me, dai miei gesti quotidiani e questo penso vale per tutte e per tutti, perché è una cosa che riguarda anche gli uomini, piegati a fare da sponda ad un progetto reazionario che usa gli esseri umani per mercificare anche i legami umani.
Magari vale la pena pensarci. Magari si. Dopo che avrò finito il prossimo turno di animazione e avrò tempo di chiacchierare ancora con le due donne.
Buona giornata!
1 settembre 2011 at 11:33
Ho molto rispetto per questa signora e ammirazione per la sua forza d’animo, la famiglia o meglio certe famiglie sono piene di brutture e violenze eppure io credo ancora nella possibilità di incontrare una persona da amare e da cui essere riamato e con cui costruire qualcosa superando insieme difficoltà, litigi e incomprensioni, certo una prospettiva simile mi spaventa anche, come ho già detto, per l’impegno e l’equilibrio che comporta..però mi affascina al tempo stesso.
Sul welfare come trappola..non saprei: io continuo a vederla come conquista irrinunciabile: scuola e sanità pubblica, asili, pensioni ecc..sono cose che andrebbero difese (proprio ora tra l’altro che vogliono tagliarle) ed estese a chi non le ha.
Comunque Mala, se non puoi e non vuoi un figlio fai benissimo a prendere precauzioni, è un segno di grande responsabilità.
1 settembre 2011 at 19:57
scusa se te lo faccio notare, ma il tuo blog mi sembra un po’ “copiato” da quello di dania.
1 settembre 2011 at 23:03
@tascabile: scusa se te lo chiedo, ma chi è Dania?
Stai dicendo che io ho copiato i contenuti che scrivo da qualcun’altra? C’è una sola parola che qui io ho scritto che ti risulta essere stata prodotta da qualcuna che non sia io?
Di che parla questa persona? Di precarietà? E se si, c’è un monopolio sull’argomento?
Dammi un link tanto per cominciare :)))
2 settembre 2011 at 05:28
Dania è “Malafemmina” da anni, sia come nick che come blog. Ed è pure “Precaria compulsiva” http://www.dottoressadania.it/ Non c’è il monopolio, ma prima di scegliere un nick e impostare un blog è meglio sempre informarsi che non sia già in uso, o il rischio di sembrare una copia è forte.
2 settembre 2011 at 07:35
dania scrive sul web dal 2003 ed è molto popolare tra i blogger. non ho messo il link per non spammare (e perché se digiti dania su google è il primo risultato), comunque ora il suo blog è qui http://www.dottoressadania.it/
come vedi il blog si chiama malafemmena e sì, sul suo blog personale ha parlato molto anche di precarietà. ha avuto per un certo periodo un blog su donnamoderna dove scriveva esclusivamente di precariato.
ovviamente non c’è un monopolio sulla precarietà, ma malafemmina associato a precarietà non mi sembrava una coincidenza (e di sicuro non lo sembrerà a tutti coloro che conoscono e seguono dania da anni in rete).
se non lo hai fatto apposta, strana coincidenza, se lo hai fatto apposta lo trovo un po’ scorretto.
ciao
2 settembre 2011 at 08:21
Ragazze, o ragazzi (non so) mi state accusando di plagio? Non ho ben capito. Sono premesse per robe da tribunali e richieste di risarcimento? (non c’ho un euro, mollo subito blog e tutto e poi venite voi a spiegarlo a tutte le persone che mi leggono). Non conoscevo Dania, non l’ho mai letta e di blog che parlano di precarietà (come di precarie) credo ce ne siano molti. Il nick me lo sono scelto perché mi piace e non credo che il termine “Malafemmina” sia soggetto a copyright.
Accusarmi di copiare o diffondere una simile notizia mi sembra questo oltremodo scorretto dato che i miei contenuti sono più che certa siano miei, frutto della mia creatività, della mia tastiera e di tutto ciò che posseggo, in termini di strumenti culturali, analitici e politici.
Dopodiché ho dato un’occhiata al blog che mi segnalate e mi pare che si tratti proprio di un’altra cosa. Io qui racconto le mie giornate e provo a socializzare analisi politiche, lei, almeno dalle pagine che leggo, mi pare dica molte altre cose, sicuramente belle e interessanti ma non come quelle che dico io.
Dunque ditemi quale sarebbe a questo punto l’atteggiamento “corretto” da tenere. Cospargermi il capo di cenere, pagare danni morali, cambiare nick e titolo al blog? Perché è dura copiare la propria vita da altri (magari copiassi!) ma se è così complicato anche aprire un blog che qualcuno ti ventila processioni in difesa del copyright mi sa che chiudo e la finisco qui. 😦
Oltretutto mi dite che lei scrive per blog “professionali” e dunque non corre il rischio di vedersi confusa con me o di veder lesa la sua visibilità. Datemi istruzioni per l’uso della “correttezza” e dei copyright su topic, blog e nickname e magari ditemi se siete un gruppo di fan, sostenitori, se è lei che si è lamentata di ciò. Perché se si tratta di lei magari mi piacerebbe parlarne con lei, che sia chiaro non voglio danneggiare in alcun modo, e non con persone che forse si pongono un problema che non ha minimamente sfiorato Dania.
@e per galatea: conosci tu un albo in cui sono iscritte le blogger da consultare prima di aprire un blog? perché se esiste con registrazione dei nick già in uso, a me deve essere sfuggito.
2 settembre 2011 at 08:37
Scusa ma perchè mollare? capisco l’incazzatura e l’amarezza ma è l’opinione di due persone fra tutte quelle che ti leggono… ho visto l’altro blog e scusa, ma che ci azzecca col tuo? tra l’altro è “malafemmena” quindi non credo neanche ci siano appigli da azzeccagarbugli che tengano.
2 settembre 2011 at 08:40
A questo punto mi sorge spontanea una domanda: ma Dania li ha pagati diritti agli eredi di Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi in arte Totò?
Se la questione è che i due blog possano venire confusi, credo sia una sciocchezza perché diversi sotto molti punti di vista. Nel caso, e solo se volesse, Malafemmina potrebbe specificare che lei non è Dania. Null’altro. Se poi questa Dania ha esteso il copyright a tutte le varianti del termine malafemmena/malafemmina allora è un’altra storia, sebbene squalliduccia.
2 settembre 2011 at 08:40
che leggo questo blog sono anni, mentre l’altro non lo avevo manco nemmeno sentito lontanamente nominare…ma che e’ sta cosa? accampano diritti su “malafemmina” maddai ragazzi, non fate perdere tempo alla gente dai. non e’ meglio multiple malefemmine? eddai. chissenefrega del titolino del blog, non ci fate perdere tempo dai per piacere.
2 settembre 2011 at 08:42
A parte che il blog di questa Dania è MalafEmmena, con la E quindi….nessuno ha copiato niente, inoltre la precarietà è un argomento comune a molte!Perciò evitiamoci seghe mentali inutili!In più a me questo blog piace tantissimo, mi aiuta a passare bei momenti e mi sento meno sola!Ci tengo e non voglio che chiuda per accuse ridicole!Pace e bene!
2 settembre 2011 at 08:45
Che noia, ma una scusa meglio per far perdere tempo alla gente? e te tascabile, non ciai davvero niente di meglio da fare? metti su un blogghettino e scrivici dentro le tue robine invece di avere come scopo il fare perdere tempo alle persone. questo ai miei tempi si chiamava “trolling” poi fai te eh.
disclaimerd:
questa opinione e’ mia personale e non ha niente a che vedere con gli autori di questo blog.
2 settembre 2011 at 08:52
Heilà! Sono una lettrice sia di questo bel blog che di quello di Dania, se in principio può esserci un po’ di confusione, basta leggere bene, il nome e i contenuti, e si capisce perfettamente che sono due cose molto diverse, quindi la questione, alla fine, non si pone nemmeno!
Secondo me c’è l’assoluta buonafede dell’autrice.
Anche perchè i contenuti del blog, a leggerlo, sono diversi da quelli di Dania. Si può parlare di precarietà in molti modi. C’è stata solo una fortuita coincidenza.
Mala, la compagnia del tuo blog quest’estate è stata fondamentale.
^_^
4 settembre 2011 at 18:54
Io sono d’accordo con Serbilla. Mi è capitato di leggere il blog di Dania prima che quello di Mala vedesse la luce e sono (credo) 🙂 la prima lettrice di Mala. Bè, non una parola di quello che ho letto in questo spazio mi ha ricordato Dania. E aggiungo che da quando leggo Mala non leggo più Dania. E’ bello poter avere la libertà di scegliere ciò che ci piace e ci appassiona. Francamente sono un pò stanca di chi, leggendo un blog di sua spontanea volontà, si lancia in una inutile crociata degli insulti (vedi l’insultatore molesto di Mala) 🙂 o dopo le prime 2 parole fa quallo che gli riesce meglio: giudicare. Se non vi piace quello che leggete… cambiate spazio… prendete aria… Siamo tutte Mala Femmina!
2 settembre 2011 at 08:56
Io conosco Mala Femmina da fb, e la seguo sempre con grande attenzione e interesse, la trovo importante, spesso divertente, sempre stimolante…incazzata e costruttiva (di alterità ad esempio)…detto ciò, non conoscevo fino ad oggi l’esistenza di Dania, anche lei precaria, anche lei malafemmina…dove è il problema?… non mi sembra che ci sia di mezzo lucro alcuno, almeno non per la “mia” Mala femmina di fb… quindi più siamo e meglio è…e, prima che lo facciano come sempre gli altri, ce lo diciamo da sole…SIAMO TUTTE MALEFEMMINE!
2 settembre 2011 at 08:57
Carissime.
Premetto che questa Dania non ho idea di chi sia, non l’ho mai sentita anche perché non leggo riviste femminili, quindi non ho opinioni riguardo a lei.
E premetto anche che lavorando per uno studio legale internazionale, so esattamente di cosa parlo, e parlo dopo aver chiesto consulenza a un collega del dipartimento IP/IT.
Primo, sono andata a guardare. NON è Malafemmina, bensì Malafemmena. Ergo, per termini legali, non c’è copyright infringement.
Secondo. Questo è un blog palesemente personale, e parla di cose personali. Se alcuni argomenti sono trattati in entrambi, beh, succede. Gli argomenti che ci toccano un po’ tutti quelli sono. Aggiungo che in quanto personale e non a scopo di lucro, non può sussistere un’accusa di plagio.
Terzo: non c’è una frase uguale all’altra, non c’è un post che anche solo assomigli quindi non sussiste nessuna delle vostre accuse.
Quarto: allo stato attuale delle cose, un’altra parola a riguardo vi metterebbe nella condizione di essere passibili di una denuncia per diffamazione. Non so se Malafemmina sia interessata a farlo, ma vi dico che legalmente ne avrebbe diritto.
Spero di essere stata utile a tutti.
2 settembre 2011 at 08:59
mo lo faccio pure io un blog, lo chiamo matrix, e poi mi passo l’autunno ad andare dagli altri blogghers che cianno il blog che si chiama matrix e a spezzettargli i marroni. i blogghers poi, chi sono questi “i blogghers”? eh?
2 settembre 2011 at 09:00
“…se non lo hai fatto apposta, strana coincidenza, se lo hai fatto apposta lo trovo un po’ scorretto.”
@tascabile: questo commento mi sembra un po’ in Mala-fede!! 😉
se leggi i post di MalafemmIna ti rendi conto che plagiare qualcuno é qualcosa che non é proprio il genere di persona a voler plagiare gli scritti o le idee di altri
penso che a te piace molto quello che scrive Dania e che hai pensato che qualcuno volesse utilizzare la sua più grande notorietà (anceh se io personalmente non l avevo mai letta) per farsi conoscere nel web: comprensibile ma penso non sia proprio il caso!
ciao!
2 settembre 2011 at 09:11
Per “correttezza” avviso che stiamo parlando di questo sulla bacheca del mio profilo facebook. Se chi sta intervenendo qui volesse parlarne con me/noi è assolutamente benvenuto/a.
Dopodiché, come facevo notare sulla mia bacheca, io leggo cose di internet da un po’ e non leggendo Donna Moderna o cose simili io non conoscevo Dania.
Se può servire posso scrivere da qualche parte che io sono una delle Malafemmine del mondo e tra parentesi scrivo (e non sono Dania). Ditemi voi se questo può essere utile.
Altrimenti va detto e precisato e ribadito che qualora una esatta copia di un blog viene fuori per danneggiare, si intende diffamare, su un nome sul quale è stato posto il Copyright (che so, se io scegliessi di fare un disco con il nome di Madonna) allora sarei passibile di denuncia, accuse di scorrettezza, dolo, reati vari. Ma se io scrivo cose che vengono dalla mia tastiera, che riguardano mie vite passate, presenti e future, fatti e cose di cui io sono a conoscenza, con un nick name che corrisponde ad un termine d’uso popolare, non ho commesso alcuna scorrettezza, di alcun genere.
Inoltre, ripeto, dato che non ho proprio l’umore e la voglia di subire monopoli del web (tristezza!) e cose simili se mi vengono mosse accuse di queste genere io semplicemente chiudo il blog.
E in tutto ciò tengo conto del fatto che non è stata Dania, che io sappia, a muovermi queste accuse ma soggetti altri a me fino ad ora egualmente ignoti.
2 settembre 2011 at 09:20
@malafemmina, sei eccezionale e ti candido ai macchianera awards. le tue risposte son da manuale della donna offesa e sdegnata e la categoria è: miglior blog che rappresenta l’italia dell’ultimo 20ennio. (e comunque ringrazia tascabile per aver fatto salire in modo così vertiginoso gli accessi alle tue pagine)
2 settembre 2011 at 09:25
Nessuno ti ha accusato di niente, ma ti è stata fatta notare, anche con troppa educazione, una singolare somiglianza. A me le reazioni esagitate che osservo sembrano difficilmente compatibili con la buonafede. Se poi vuoi sembrare una cialtrona non hai che da continuare su questa strada. Ciao, eh
2 settembre 2011 at 09:33
semplicemente, quando ho visto questo blog ho pensato a dania, che conosco sul web da diversi anni e ho commentato per capire se il nome e il tema fossero simili per coincidenza o volutamente “copiate”. poi voi potete farvi tutte le pippe che ritenete opportune citando anche leggi, eh.
non credo che dania interverrà, penso che non gliene possa fregar di meno. la mia era semplice curiosità. a me è capitato di aprire un blog con un nome simile ad un blog esistente e mi sono scusata con l’autrice, non l’avevo fatto apposta.
@skr: ce l’ho un blog, se tu fossi almeno in grado di cliccare il nick, lo sapresti.
2 settembre 2011 at 14:55
Non si può leggere tutto, ed io non leggo niente che abbia PR inferiore a 5, non w3c valido e senza manco un awardino piccino picció, questo quando non mi interessa l’argomento. A proposito, ma di cosa parli?
2 settembre 2011 at 09:39
@lasacco: non so cosa sia questo awards (ma ho cercato rapidamente su google) ma evidentemente tu lo conosci e graviti in quel contesto. di ricevere un awards per il mio blog non mi interessa ne mi interessa fare parte di questo cenacolo di blogger che fanno squadra e si nominano a vicenda per arrivare nei primi posti in classifica.
l’italia dell’ultimo ventennio è rappresentata da chi sguaina monopoli e copyright e da chi ignora che topic e modi di dire popolari non appartengono a nessuno.
e degli accessi non mi importa. forse importa a te. io mi occupo di precarietà e di sbarcare il lunario. gli accessi al blog non li porto in tavola e non me li metto a curriculum.
@Norton se mi parli di malafede questa è una accusa e non si tratta di esagitazione, i toni usati sono aggressivi e pensavo davvero di trovarmi nel web e non alla fine del ventennio, tanto per citare lasacco. e cialtrona è un insulto, tanto per cominciare a prendere nota.
inoltre:
Sapete cosa mi fa tristezza, più di tutto? Che poi pare siano donne quelle che temono quando altre donne raggiungano visibilità. Difendono lo scranno come fosse elemento di potere. Io mi rifiuto di pensare che ci sia una maniera così dominante di proporsi al mondo. Non avrei alcun problema a chiacchierare oggi con mille Malafemmine esattamente come mi piaceva moltissimo che in V come vendetta tutti avessero la stessa faccia e mi piace tanto che gli anonymous si chiamino tutti anonymous. Perchè non conta chi sei ma quello che dici e quello che dici appartiene a tutti perché così si contamina intelligenza, esperienza, trucchi e segreti del vivere quotidiano in un dare e avere che non può essere suscettibile di nessuna appropriazione. (e non può essere materia di candidature in nessun awards, che non ho capito se è l’oscar dei blog d’autore dato che mi pare indetto da un blogger pure lui, giusto?)
2 settembre 2011 at 09:41
I toni aggressivi li hai cominciati tu, e cialtrona è un insulto, hai capito benissimo.
2 settembre 2011 at 09:44
lasacco…se non ti piace,non sei obbligata/o!thomas morton, dacci lezioni sulla buona fede allora e su come non sembrare cialtroni!
2 settembre 2011 at 09:48
@norton io ho chiesto di passarmi il link e mi è stato detto che copio (i forse, può sembrare, etc etc e bla bla, mentre arrivate qui a frotte, sono tutti da archiviare come ipocrisie. evidentemente ne state parlando ed evidentemente avete già deciso). e si, lo so che mi hai insultato e ho preso nota. per ogni qualsivoglia uso. grazie!
2 settembre 2011 at 09:49
“Gli accessi alle tue pagine”? Scusate se ve lo chiedo io che commento, perchè questo thread mi sembra abbastanza assurdo..ma in quale secolo vivete? In quello del web 2.0, dei blogger che si chiamano e si fanno chiamare in mille maniere diverse, in mille lingue diverse e in mille termini differenti o in un altro secolo che io non conosco?
Ma dove credete di essere, in una biblioteca degli amanuensi?
Guardate che la locuzione “malafemmena” o “malafemmina” è in uso presso tutto il Sud Italia, esiste perfino al plurale (vedi il Collettivo Malefimmine di Palermo). Quando volete accomodatevi pure ad accampare diritti su qualunque parola vi venga in mente, se volete vi do dei suggerimenti: “viaggio”, “portabiancheria”, “Times New Roman”..posso continuare così per ore e scommetto che esistono già dei/delle blogger che già si chiamano così.
2 settembre 2011 at 09:52
Thomas Morton, i toni aggressivi sono cominciati da chi ha insinuato che ci fosse un plagio. Buona o cattiva intenzione che fosse, l’ha smorzata quando s’è resa conto d’essere in torto (cito tascabile: “la mia era semplice curiosità”) la tua invece è dichiaratamente e reiteratamente malevola. Si chiama diffamazione, ed è un reato.
2 settembre 2011 at 09:53
Tascabile, “seplicemente” un par di palle, hai scritto: “scusa se te lo faccio notare, ma il tuo blog mi sembra un po’ “copiato” da quello di dania.”
Sei venuto/a qui e senza leggere alcunché (altrimenti le differenze le avresti notate) hai lanciato immediatamente accuse di plagio. Beh, non aspettarti poi delle reazioni concilianti.
2 settembre 2011 at 10:02
appunto, @d-K, ho scritto “mi sembra”, non ho scritto “oddio, un plagio”. infatti malafemmina mi ha risposto gentilmente, non mi ha mandata a cagare, se noti.
l’ho smorzata, @cecilia, perché malafemmina mi è sembrata davvero in buonafede.
2 settembre 2011 at 10:06
#popcorn
2 settembre 2011 at 10:14
Tascabile, mi spiace ma non sono d’accordo: una cosa è dire “avete un nome simile e trattate alle volte temi simili, che strano”, e tutt’altra è arrivare e parlare subito di copia. La copia presuppone malafede e parlare di copia è attribuire questa malafede all’autrice. Mala t’ha risposto gentilmente ma tu hai continuato a sottolineare la “stranezza” (a tuo avviso) della coincidenza, il che corrispondere a preferire implicitamente come ipotesi che si tratti di scorrettezza nei confronti di Dania: “ovviamente non c’è un monopolio sulla precarietà, ma malafemmina associato a precarietà non mi sembrava una coincidenza (e di sicuro non lo sembrerà a tutti coloro che conoscono e seguono dania da anni in rete).
se non lo hai fatto apposta, strana coincidenza, se lo hai fatto apposta lo trovo un po’ scorretto.”
Ovviamente, se non l’hai fatto apposta e intendevi altro, scusami, è stata una strana coincidenza.
2 settembre 2011 at 10:19
Io conoscevo entrambi i blog, e a parte la similitudine del nome e l’utilizzo della parola “precariato”, mi sono sempre sembrati molto diversi.
Certo, si può far notare la similitudine del nome. Ma dare a qualcuno che non si conosce della cialtrona, semplicemente perché si sta difendendo dall’accusa di plagio, sottolineando tra l’altro di non conoscere l’altro blog, mi sembra fuori luogo, aggressivo, e decisamente cafone.
2 settembre 2011 at 10:26
” (non c’ho un euro, mollo subito blog e tutto e poi venite voi a spiegarlo a tutte le persone che mi leggono).” poi minaccia querele a destra e a manca. cambiati nick in “passiva aggressiva di questa cippa di minchia”
2 settembre 2011 at 10:29
Secondo me si sta sforando abbastanza. Ormai dovrebbe essere chiara la tranquillità di Mala. Quindi, a meno che questa non sia una guerra, montata ad arte, per dar fastidio ad una persona precisa, partendo da un “favorevole” pretesto. Insistere diventa quanto meno sciocco. Nel caso invece ci fosse, da parte di chi commenta, la malafede, la volontà di spingere una voce libera a chiudere il proprio blog, beh.. per far tacere i troll basta ignorarli.
2 settembre 2011 at 10:32
La mia visione è che si siano incontrati/scontrati due mondi totalmente diversi, che parlano linguaggi diversi…
Mala Femmina: mi piace leggerti, mi interessa quello che scrivi, io faccio al momento un micro part time e sono disperata, leggerti mi aiuta a non sentirmi sola e mi da’ degli stimoli per darmi da fare un po’ di piu’ 🙂
Un abbraccio virtuale da un’altra malafemmina.
2 settembre 2011 at 10:34
Thomas Morton e’ un trolletto. Ignoratelo e si magnera’ il fegato. Al che tornrra’ con qualche nuova trollata rosicando ancor di piu’ per le zero risposte.
tascabile invece e’ solo una persona incauta e un po’ suerficiale. Niente di grave, passera’.
Come hai letto da tante voci diverse, la questiond semplicemente non esiste.
Ignora tutto, Mala. La gente ama darsi importanza in molti modi diversi, non per questo tu devi reggergli il moccolo e lasciare che ti prendano tempo e umore.
Siamo tutt* Malafemmina/e/i/o/u ❤
2 settembre 2011 at 10:36
@norton io non ho minacciato niente. chiudere il blog per me sarebbe una conclusione ovvia perché di rifare tutto non c’ho voglia né tempo e non mi pare sia una minaccia ma una conseguenza di interventi come il tuo. in generale poi continuo a prendere appunti sui tuoi insulti che sono solo tuoi e che stai facendo investendo te stesso in una crociata a nome di un’altra persona che non credo corrisponda al tuo tono, alle tue considerazioni e a qualunque cosa tu stia qui facendo. diciamo che stai banalmente prendendo a pretesto una “causa” che hai momentaneamente abbracciato per liberarti l’ego di concetti profondi e metafisici. eh?
e diciamo che Dania dovrebbe sentirsi un po’ offesa per l’uso che stai facendo di questa cosa.
2 settembre 2011 at 10:36
Tascabile, tu hai commentato in questo blog lanciando accuse ben precise che lasciavano poco spazio al dubbio, prendine atto.
Se non era tua intenzione, è comunque questa l’impressione che hai provocato nei lettori del blog, che ti hanno risposto, tutti gentilmente.
Poi scusa, ma mi pare proprio che tu non abbia minimamente letto i contenuti di questo blog, molto più reali di quelli di tale Dania (mai letta nè sentita, mah), che gestisce un blog totalmente diverso da questo.
Perchè i due non potrebbero coesistere?
Sorvolo sul povero Norton, che schiuma per motivi a me ignoti. Ma farebbe meglio a tenere insulti e lotte contro i mulini a vento per sè.
2 settembre 2011 at 10:37
Giusto per chiudere e perché devo andare a lavorare:
Se è Dania che ha questo problema io voglio parlare con lei e se mi dice che lei “campa” con questo nick a me di fare la guerra alla precaria non va e glielo mollo in un nanosecondo.
Attendo istruzioni, da precaria a precaria.
2 settembre 2011 at 10:40
la cosa che secondo me emerge dall’aggressività di chi viene a porre questioni apparentemente irrilevanti in uno spazio intelligente, divertente e libero, libero anche da statistiche, premietti e pacche sulle spalle tra giornalisti mancati, è che la consapevolezza che è possibile fare blogging in un modo diverso fa paura. fa paura perché statistiche, visite e premi sono fondamentalmente funzionali alla monetarizzazione di questa attività: più sei in alto più soldi arrivano dalle pubblicità, più ti inviteranno ai talk show sotto il titolo di blogger, a tenere conferenze o magari a pubblicare un libro e gestire blog a contratto.
imho blogger non è e non deve essere un “titolo” o una “professione”, il blog è uno strumento per far arrivare idee, riflessioni o quello che vi pare e deve essere libero anche dalle regole sulla popolarità che non servono a nessuno se non a chi ci vuole farci sopra una carriera. mi dispiace per i cari e le care “blogger” ma siete un po superati come approccio a questo strumento. a quanto pare malafemmina (quella che non è Dania), che è l’esempio lampante grazie alla sua popolarità effettiva anche fuori dalle statistiche, mette in crisi questo sistema: soprattutto perché fa presagire che in italia, dove di laureati/e precari/e e disoccupati/e con purtroppo tanto tempo libero ce ne sono un sacco, il web potrebbe essere invaso ulteriormente da tutte queste menti intelligenti che spazzerebbero via le attuali oligarchie, fregandosene delle loro regoluzze. un caro saluto e solidarietà a Mala
2 settembre 2011 at 20:06
non avrei saputo dire meglio.
2 settembre 2011 at 10:40
Più leggo questi commenti diffamatori e più non capisco, ma sapete leggere? Una cosa è avere una somiglianza di nome “MalafemmIna e MalafemmEna” e un’altra cosa è parlare di plagio. Dove sta questo plagio? Li avete letti i post di malafemmina? Avete notato i suoi contenuti? Il suo stile? Lo avete confrontato con quello di Dania (che non conoscevo per nulla, ma di cui, a differenza vostra, ho letto qualche post e li ho trovati diversissimi?)? Tanto per capire se siete automi o persone pensanti. Venite qui ad insultare e diffamare senza neanche un motivo reale. Ma non avete nulla da fare? Anch’io mi definisco una malafemmina e me lo rivendico da una vita… malafemmina è un nome popolare partenopeo e non è di nessuno. Ognun@ può declinarlo come vuole e non dovrebbe esser disturbat@ per questo. Credo che la vostra sia solo invidia nei confronti di chi, con il suo cervello e intelligenza, è riuscita a creare un luogo dove molte persone si sentono bene, dove confrontarsi è all’ordine del giorno e il pesniero libero regna sovrano. I post di mala sono ossigeno per me e i miei neuroni, ma anche per tantissime altre persone e quindi non serve che voi le facciate alzare gli accessi, perchè è già molto frequentato.
2 settembre 2011 at 10:45
non hai capito. non mi importa niente di dania, e tranquillizzati. nessuno ha minacciato di portarti via il tuo blogghettino. di “monopoli” e copyright hai parlato solo tu. hai fatto tutto da sola. quello che cercavo di fare è solo insegnarti un po’ di educazione e il come ci si comporta in rete. non se il tuo è un plagio volontario o meno, e in mancanza di prove è da presumere l’innocenza. ma sei colpevole di arroganza e stupidità al di là di ogni ragionevole dubbio
2 settembre 2011 at 10:51
Aahahahahahahahahah!
trolling poco credibile, ritenta in futuro.
2 settembre 2011 at 11:07
Menomale che c’è sempre qualcuno che ci insegna l’educazione..entrare in un blog e dare della “cialtrona” all’autrice o della “passiva aggressiva di questa cippa di minchia”, accusare gli altri di stupidità e ignoranza dev’essere un nuovo metodo educativo che finora ci era sfuggito ahahahahahahahah
3 settembre 2011 at 07:23
mmm…e tu saresti l’aggressivo attivo invece? a leggerti sembri solo un povero frustrato, probabilmente con annessi problemi di socialità, che si diverte o ha necessità (poverino) a scaricare la sua frustrazione appena può…ma sai che ti dico? vatti a fare un giro da un’altra parte…PS: per poterla insegnare, l’educazione si deve prima avere…In quanto ad arroganza e stupidà invece, lì davvero pare che tu possa dare lezioni…
2 settembre 2011 at 10:52
@Norton, devo andare. Per le lezioni di bon ton e netiquette ripassa. Te ne darò qualcuna.
Per gli altri, ho già chiarito in privato con tascabile che mi ha cercata su facebook e che sa che si è sbagliata.
Non so cosa ne pensi Dania ma cercherò conferme in rete per capirne di più.
2 settembre 2011 at 10:54
Quindi si interviene in una discussione, non per interesse verso la stessa ma per dare insegnamenti, non richiesti? E poi si accusa di arroganza e stupidità? Da che pulpito!
2 settembre 2011 at 10:54
nel frattempo vi informo che io e malafemmina abbiamo chiarito in privato. voi mi pare stiate facendo i pensionati che osservano i lavori in corso.
2 settembre 2011 at 11:01
I troll non si smentiscono mai, intanto i nick non sono univoci e poi tutte siamo malefemmine, che tristezza che siete!!
Evviva malafemmina (su wordpress) adesso facciamo pure copy sui nomi!!! allucinante
2 settembre 2011 at 11:11
@malafemmina: Non esiste un registro, ma basta usare google con la funzione blogsearch per evitare di trovarsi impelagate in polemiche come questa. Quando ho aperto il mio blog mi sono prima informata se esistesse già un “il mondo di Galatea”, per esempio. Anche perché non mi sarebbe piaciuto molto che si ingenerassero confusioni fra me e altre. Poi ognuna si regola come vuole, per carità.
2 settembre 2011 at 11:16
google? blogsearch? ma che lingua parli? ma voi state male! 😀
vabbe’, viviamo proprio in due mondi diversi. e mi stanno dicendo che io oggi ho doppio turno pomeridiano e mi sono pure saltata il pranzo per non lasciare i vostri commenti appesi.
se ritardo a renderli visibili non è perché censuro (gli insulti li voglio tutti, non sia mai che me ne perdo uno, oh si come mi piace! :P) ma perché non ho tempo da perdere e ho da guadagnarmi il pane. scusate tanto.
ripeto, vale ciò che ho scritto sopra. mi faccia sapere dania se con questo nick ci campa e glielo mollo. glielo rilancio pure.
ciao a tutti/e (per ora!)
2 settembre 2011 at 11:26
Consiglio a Malafemmina : Il Troll è un soggetto che interagisce con gli altri utenti tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l’obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi.
Dal sostantivo troll si derivano comunemente, sia in lingua inglese sia tramite l’adattamento alla lingua italiana, il verbo to troll, trolling (tradotto in trollare), ovvero l’agire come un troll (fomentare gli animi provocatoriamente), e la locuzione farsi trollare, ovvero il cadere nella trappola di un troll, rispondendo alle sue provocazioni.
PLEASE don’t feed the trolls…
2 settembre 2011 at 12:00
Scusa tanto, devo andarmi a guadagnarmi il pane anche io. Lavorano, nel mondo reale e con fatica, nel caso non ne fossi informata, anche le altre donne, quelle che sanno come si usa google. Spiace che non te ne sia mai accorta, visto che sei così orgogliosamente femminista.
2 settembre 2011 at 13:12
Questo blog sta a quell’altro come il marxismo sta al post-modernismo. E io non sono una post-moderna…
Malefemmine proletarie del mondo uniamoci! 🙂
2 settembre 2011 at 13:37
Che te lo dico a fa’?
Dàje Malafé.
2 settembre 2011 at 13:53
che cosa assurda..far nascere una polemica sul nulla e poi dare consigli su come fare per evitare di “impelagarsi” in polemiche invece di scusarsi…Malafemmina mai satare i pasti! Ti abbraccio.
2 settembre 2011 at 14:00
@ilmondodigalatea ma cosa hai da recriminare scusa? hai capito benissimo cosa significa dire che google è un altro mondo rispetto al nostro: non vuol dire che non sappiamo usarlo, significa che la sua logica ci fa schifo. per noi internet non è google, come i social network non sono facebook e i blog esistono anche oltre blogsearch o blogbabel o come cavolo si chiama. è così strano che ci siano persone che hanno altri riferimenti culturali nel web? provare a creare una cultura non commerciale, libera, aperta, copyleft è faticoso perché tutto rema contro, soprattutto se sei donna e quotidianamente cestini commenti con su scritto “puddane” o minacce varie solo perché c’hai le ovaie. l’incursione di oggi è stata veramente una caduta di stile che potevate rispermiarvi. fatevene una ragione: nel web ci sono persone che non vi conoscono e non vi leggono, e non perché sono ignoranti, semplicemente non si riconoscono nella vostra rete o nei vostri contenuti o nel vostro stile, ma ne preferiscono altri.
2 settembre 2011 at 14:34
@lafra: Premetto che io rispondo per ciò che ho scritto io, perché non so bene a cosa ti riferisci quando usi il “voi”: sono una singola utente della rete, esattamente come te. Sono intervenuta per far presente a Malafemmina che quando si decide di usare un nick o un titolo per il proprio blog è cosa prudente, onde evitare poi polemiche come questa con altri che magari ne usano uno uguale o simile, controllare su google se per caso non esista già, altrimenti il rischio di esporsi a fraintendimenti di questo tipo è dietro la porta.
Tutto il resto del tuo commento, francamente, non mi è chiaro, come mi è chiara questa presunta contrapposizione fra “voi” e non ho capito chi altri. Personalmente io uso tutti i social, compreso il liberissimo Diaspora, uso i motori di ricerca, sono abituata da anni ai commenti più o meno offensivi sul mio blog, vivo nel mondo reale, ho un lavoro normalissimo, e leggo un po’ di tutto in rete, e lo dimostra il fatto che alla fine sono capitata su questo blog anche se leggo l’altra Malafemmena, mentre tu che sei così aperta a tutto non ne conoscevi nemmeno l’esistenza.
Mi spiace se ciò non corrisponde al tuo stereotipo che tutte le donne che non la pensano come te sono delle cretine che vivono su Facebook e non hanno alcuna seria curiosità, ma, per fortuna, la vita, e la rete, sono un po’ più complesse di quello che credi. Ciao e statemi bene, ragazze.
2 settembre 2011 at 14:40
I commenti su Friend Feed potrebbero delucidare sul grado di demenza dei vari personaggi, specie del signor Morto(n)! Già il fatto di presumere di poter dare lezioni agli altri la dice lunga!Poi la polemica è andata un pò oltre secondo me, a volte è meglio non rispondere!
2 settembre 2011 at 15:51
@ilmondodigalatea
provo a rispondere: la dicotomia noi/voi, semplicistica e banale lo ammetto, la colloco tra chi decide di aderire al modello delle classifiche dei blog e chi no. semplicistica appunto e senza pretese qualitative. dal mio punto di vista questa adesione può essere indicativa dell’approccio con cui ci si avvicina all’idea di blogging. tante scelte culturali possono avvenire anche per caso senza pensare a tutte le conseguenze e le ricadute, sta di fatto che se uno le sposa vuol dire che gli stanno bene. quello che ci tenevo ad evidenziare è che la comunità delle classifiche e premi dei blog in italia è una delle community di bloggers, non la community di bloggers. io ad esempio preferisco noblogs, non ci diamo premi ma ci diamo supporto nelle lotte quando ne abbiamo bisogno ed è specificato che è una community antifascista, antirazzista ed antisessista. per cui quando voglio leggere qualcosa attingo da li ad esempio. i paragoni con fb ecc.. erano esempi di tentativi egemonici nel web che tendono ad assorbire le molteplici differenze di differenti realtà, che esistono, sono minori e sopravvivono, come diaspora appunto o n-1 a cui sono iscritta io. nessuna accusa personale nei tuoi confronti, non ti conosco e del tuo blog ho letto pochissimo, ho visto che collabori anche con spinoza che è un blog che personalmente non amo nonostante la sua grande popolarità in quanto al suo interno si sviluppano sacche misogine e reazionarie travestite da satira. ovviamente imho! per quanto riguarda la tua ultima affermazione la attribuisco al tuo non aver compreso il mio intervento e quindi glisso, dato che anche te non sai nulla di me, nonostante io sia famosissima 😀
un saluto 🙂
2 settembre 2011 at 18:54
Forza Mala!
Non e’ molto originale, ma e’ tutto cio’ che so dirti.
E aggiungo: dritta per la tua strada senza curarti di chi avanza insinuazioni piu’ o meno velate.
Un abbraccio e, per quanto possibile, spero che queste giornate di lavoro di fine stagione non siano troppo gravose.
So cosa stai passando.
Cornelia
2 settembre 2011 at 22:51
Non andartene Mala
!
3 settembre 2011 at 08:35
[…] tanto ho ripensato alla discussione su questo blog e poi su facebook, ripresa dalle mie amiche che mi hanno spiegato in privato un paio di cose della […]
3 settembre 2011 at 12:02
No, scusate, questo blog non ha nulla a che spartire con quello di Dania: Questo è un blog politico nell’accezione più ampia del termine, quello…lasciamo stare, Dania è puro marketing di se stessa. Io nemmeno una volta ho pensato ad un possibile accostamento tra i due. E la questione potrebbe risolversi qui.
3 settembre 2011 at 13:55
Non mi piace prendere parte ai “flame” – come vengono chiamati in gergo internettiano – e mi spiace che il tuo bel post abbia ricevuto pochi commenti nel merito (e invece li merita). Comunque, riguardo alla polemica di cui sopra, dico soltanto una mia impressione: mi pare che la maggior parte dei commenti che ti accusano (di plagio, ecc.) non siano per nulla entrati nel merito dei contenuti del tuo blog, e dei pensieri da te espressi, o del tuo stile, come se questi elementi fossero una questione secondaria. Ma al di là dei nomi più o meno indovinati che si scelgono per “battezzare” un qualunque sito web, che cosa *è* un blog, che cosa lo contraddistingue, se non i suoi contenuti? E certo i contenuti del tuo blog sono originali, personali, i post sono ben scritti, stimolanti. E, ripeto, sono senz’altro espressione del tuo pensiero. Non copiano cose altrui, né le mode del momento.
E, venendo ai contenuti del post, li trovo condivisibili. In questa struttura sociale, troppe volte avere un figlio significa semplicemente essere più “ricattabile”, più disposto ad accettare compromessi umilianti, sfruttamento, ecc. Non sempre, ovviamente; ma sempre più spesso è così. Ed è triste. E da parte mia, ripeto sempre: prima di parlare di “famiglia” in genere, è opportuno distinguere: non tutte le famiglie sono luoghi di crescita, di comprensione reciproca, ecc.; molto spesso sono esattamente come le descrivi, legami basati sull’idea assurda di “possesso”, nuclei di persone che si “scannano” fra loro perché fondate da due persone che dopo essersi illuse di amarsi scoprono di sopportarsi a malapena, e – avendo oramai messo in comune interessi economici, e magari l’impegno di figli da “crescere” – perdono il tempo della loro vita in recriminazioni velenose, ripicche, scenate che tendono a ripetersi ciclicamente senza mai trovare uno sbocco sensato. Ma ne vale la pena? E’ il caso di dire: meglio vivere, respirando l’esistenza giorno per giorno.
Sarò pessimista, ma l’esperienza di tanti intorno a me m’insegna che…
3 settembre 2011 at 16:55
Malafemmina è un nome di uso comune, ed è più che plausibile che due donne possano aver pensato di adottarlo come nick. Adesso che vogliamo fare, vogliamo mettere il copyright pure alle parole di tutti i giorni?
3 settembre 2011 at 17:19
Amici e amiche mie, mi hanno scritto in privato che ci sono persone che insultano sul suo blog Dania a seguito della discussione che si è avuta dopo che i suoi fan mi hanno insultata e accusata di tutto e di più. Per quanto io non mi senta responsabile di nulla e per quanto mi abbiano esposta, tutti, al dileggio e agli insulti, io non sono come loro: vi invito, se tra voi c’è qualcuno/a che ha postato lì, a non farlo e a non insultarla. Grazie!
4 settembre 2011 at 19:04
bè… finalmente sono venuta a capo di tutto leggendo della questione anche su femminismo a sud (sono stata fuori solo due giorni e guarda qua che finimondoooo!!!) 😉 Sono fra lo scncertato e il divertito … certa gente non ce la fa proprio ad esprimere opinioni senza offendere. Per quel che mi riguarda, chi parla utilizzando termini offensivi e nulla più … è fatto della stessa pasta di quel “nulla” con cui condisce le parole che gli escono di bocca.